Ospite della trasmissione televisiva ‘ZaFò, il terzino del Foggia Calcio Manuel Nicoletti ha raccontato diversi retroscena riguardanti la stagione rossonera e il rapporto che c’è tra Zeman e la squadra.
“Sono stato subito entusiasta di venire a giocare a Foggia e di poter lavorare con un allenatore del calibro di Zeman. Prima di firmare ho parlato con alcuni compagni che hanno giocato qui e che mi hanno preparato psicologicamente. E’ vero, è una piazza che ti riempie di pressioni, ma che allo stesso tempo sa regalarti tanto affetto. Entrare allo Zaccheria è come farlo in uno stadio di Serie A, per la sua storia e per la sua tifoseria. Ad oggi è la miglior città in cui abbia mai giocato”.
“Temevo che il mister fosse un tipo piuttosto distaccato, invece non lo è affatto. Conoscevo il suo modo di allenare, ma scoprirlo anche umanamente è stato incredibile. Posso tranquillamente affermare che da questo punto di vista sia il migliore di tutti”.
“Dopo quindici partite si possono cominciare a tirare le prime somme. A mio avviso la classifica è giusta, perché il Bari è la squadra più forte, quella con maggiori individualità. La Turris, invece, è quella che gioca il miglior calcio e che mi ha stupito di più. Noi siamo tutt’ora un cantiere aperto, dobbiamo migliorare in tanti aspetti. Sarebbe stato molto più semplice giocare di rimessa come fanno tante squadre a questi livelli, ma per applicare il gioco che vuole Zeman c’è bisogno di tempo, di pazienza, e soprattutto di coraggio”.
“Personalmente mi sento in gran forma. Ho recuperato bene dall’infortunio ed ora ho soltanto bisogno di più minutaggio possibile per rimettermi appieno. Sono tanti anni che aspetto di giocare in una difesa a quattro, perché mi sento molto più adatto da terzino sinistro che da terzo di difesa. Con il mister, poi, l’imperativo è spingere sempre e il lavoro a rientrare di Curcio mi favorisce molto. Mi lascia tanto campo libero e spesso mi serve alla perfezione”.
“Il pareggio di domenica è stato un incidente. Di solito corriamo tanto anche nel secondo tempo, ma il gol a freddo deve averci un po’ destabilizzati. Dobbiamo crescere anche mentalmente. Per me è l’anno zero. Continuiamo a lavorare a testa bassa e a fine stagione vedremo dove saremo arrivati”.