I novanta minuti di Francavilla avevano come obiettivo quello di accantonare, almeno momentaneamente, le polemiche e i veleni della settimana che sta andando a terminare. Veleni che non fanno bene all’ambiente, livore disseminato da chi ha mostrato, ancora una volta, di non volere il bene dei colori della squadra della nostra città. La gara che segnava il ritorno in cabina di comando di Mirko Cudini che non è in panchina per squalifica retaggio dell’espulsione nel finale di gara con il Potenza l’ultima del tecnico prima dell’esonero. Al suo posto dalla panchina il preparatore dei portieri Cristian Cicioni in attesa di affiancare un secondo che possa collaborare con il tecnico marchigiano. Ci si mette anche la sfortuna che priva il Foggia di Santaniello febbricitante e i piani della vigilia saltati ancor prima del fischio d’inizio oltre ai forfait a gara in corso di Di Noia e Carillo che si sono bloccati per noie muscolari. Non è questione di sfortuna invece la mancata convocazione di Schenetti, preludio alla cessione del calciatore, che probabilmente paga il rapporto complicato proprio con il tecnico richiamato sulla panchina foggiana. Oltre a Schenetti assenti anche Marino ed Embalo squalificati e rosa ridotta all’osso con una panchina imbottita di giovani e pochi ricambi. E’ difficile e preoccupante il momento Foggia con la classifica che è diventata impietosa nei confronti dei rossoneri che, da questa sera, dovranno triplicare le forze e che non possono permettersi altri passi falsi. E da questa sera si complicano maledettamente le cose dopo la quarta sconfitta consecutiva di questo girone di ritorno. Una gara dai due volti con il Foggia che ha costruito poco nel primo tempo anche se proprio nei primi quarantacinque minuti i rossoneri hanno costruito la palla gol più nitida di tutta la serata. Nella ripresa solo Foggia con tanto palleggio e tanta padronanza sul rettangolo di gioco ma poco filtro a centrocampo che veniva saltato con troppa facilità e costruzione a dir poco scolastica. Ripartire dalla ripresa dove da salvare c’è la grande buona volontà che il gruppo ha dimostrato in campo e che probabilmente avrebbe meritato di essere premiata quantomeno dal pareggio. Buona la prestazione di Odjer nella ripresa, ma su tutti Millico che ha numeri da serie superiore e ha portato a spasso la difesa avversaria ma che non ha avuto collaborazione in avanti dove continua a mancare lo stoccatore vero. Un calciatore, l’ex granata, che ha portato per mano i compagni di squadra nel secondo tempo e che ha fatto la differenza tra i ventidue protagonisti. L’ennesima sconfitta, un altro risultato negativo che influirà molto sul morale dei ragazzi e Cudini che dovrà lavorare molto sulla testa dei calciatori alcuni dei quali, anche questa sera, sembravano svogliati e poco concentrati e qualcuno probabilmente con la testa altrove. Questo è un gruppo che se non ritroverà la giusta serenità e si scrollerà di dosso le paure accumulate in assenza di risultati rischia davvero di finire imbottigliato nella zona playout. La palla adesso passa alla Società che avrà sei giorni di tempo per intervenire sul mercato e reperire almeno tre-quattro calciatori che dovranno rimpinguare una rosa ridotta all’osso e sostituire coloro che son partiti. Un laterale e un centrale di difesa, un altro centrocampista pensante e un attaccante centrale e poi rimboccarsi le maniche per tirarsi fuori da una situazione divenuta molto pericolosa. Venerdì prossimo il Catania allo Zaccheria e poi la trasferta di Torre del Greco saranno determinanti per risollevarsi e uscire da questo tunnel infernale. L’ambiente dovrà ricompattarsi e restare unito ai ragazzi che, mai come in questo momento, hanno bisogno di sostegno da parte di tutti con l’unico obiettivo di salvare la stagione e la categoria.
Home FOGGIA CALCIO Foggia, quarta sconfitta consecutiva e crisi profonda. La salvezza passa dal mercato