Foggia, il 2023 saluta tra sorrisi, cocenti delusioni e tante incognite per il futuro

L’anno che tra qualche ora andrà in archivio, calcisticamente parlando, è quello che più di tutti ha regalato gioie e dolori al popolo rossonero. Il 2023 ha rischiato di far rivivere il film della storica promozione del 2017 in serie B dopo 19 lunghi anni, con Giovanni Stroppa in panchina, con i quarantamila in festa nella Piazza Cavour del capoluogo inneggianti ai rossoneri che sfilavano in pullman per le vie cittadine. Quanti, anche solo per un attimo, hanno immaginato di poter rivivere quei momenti prima della doppia finale con il Lecco? Quanti avrebbero scommesso, ad inizio anno, di rivedere lo Zaccheria vestito a festa con i ventimila e oltre sugli spalti ubriachi di felicità dopo il miracolo con il Cerignola con i gol di Frigerio e Kontek nei minuti di recupero? La cavalcata con Delio Rossi in panchina che ha abbattuto, una dietro l’altra, Potenza, Cerignola, Crotone e Pescara prima di dover fare i conti con le ingiustizie sportive derivanti da arbitraggi a dir poco discutibili con tale Bonacina protagonista di sviste madornali assecondate anche al Var. Un 2023 che ha vissuto una prima parte, i primi sei mesi, nel corso dei quali sono racchiusi i momenti più esaltanti, entusiasmanti per i colori rossoneri con il Foggia capace di risalire la china in classifica con Fabio Gallo, alla guida tecnica, autore di un vero e proprio miracolo sportivo. Poi l’amara separazione con le dimissioni del tecnico che, nel corso di una conferenza stampa, ufficializza la sua separazione dal club di Via Gioberti per divergenze con i vertici societari e la parentesi Mario Somma, durata poco, e che ha finito per compromettere quanto di buono era stato costruito nei mesi precedenti. Il commentatore sportivo decide di farsi da parte e favorisce l’arrivo, a sorpresa, di Delio Rossi che decide di rimettersi in gioco proprio a Foggia la città a cui è legato anche affettivamente. La storia parla da sé e il buon Delio sfiora la promozione in serie B che, se fosse andata in porto, avrebbe scritto una delle pagine più belle della ultracentenaria storia calcistica del Foggia con il popolo rossonero a festeggiare per le vie cittadine e rivivere le notti magiche che solo il “mundial” sa regalare. La delusione e l’amarezza di Lecco con i lombardi che tagliano il traguardo della promozione e i tifosi del Foggia che devono subìre l’ennesima ingiustizia sportiva sono l’epilogo della prima parte di questo anno. La seconda parte, quella che arriva ai giorni nostri, è condita da illusioni con il Presidente Canonico che si spende in termini di ricorsi per restituire dignità al club ma soprattutto per tentare di vedersi riconosciuto un diritto che era stato sottratto con le decisioni cervellotiche di un arbitro ma anche dei vertici della Lega Pro che hanno inteso affidare la direzione della gara di andata ad un arbitro in odore di promozione ma, udite udite, con origini di Lecco. Ricorsi che hanno finito per distrarre l’attenzione del club sull’inizio del nuovo campionato, con la panchina affidata a Mirko Cudini, una scommessa in una piazza esigente come Foggia, con una campagna acquisti affrontata negli ultimi due giorni della sessione estiva e con scelte rivelatesi fallimentari, con un ritiro precampionato incominciato qualche giorno prima dell’esordio di Coppa a Catanzaro, con l’illusione di una categoria diversa dalla C, e affrontato con diversi ragazzi della Primavera aggregati alla prima squadra. L’inizio di stagione, a parte la sconfitta all’esordio di Taranto con il Foggia padrone del campo, vive le prime otto giornate di campionato esaltanti con i rossoneri che, dopo la vittoria interna con il Brindisi del 19 novembre, sono in vetta alla classifica sia pure per una notte. Il popolo rossonero si esalta e si illude che il miracolo possa avverarsi in un torneo che dimostra di essere piuttosto mediocre dove non c’è la formazione ammazza campionato. Ma sarà una pia illusione perché il Foggia di Cudini, dalla trasferta di Crotone, si scioglie come neve al sole e inanella un trend di risultati negativi che porterà la comitiva rossonera fuori dalla zona playoff che rimane pur sempre l’obiettivo minimo per un club blasonato come il Foggia. L’esonero del tecnico marchigiano e l’affidamento della panchina al duo Olivieri, tecnico della Primavera 3, Vacca su espressa richiesta dello spogliatoio sono la risposta della Società alla flebile contestazione dell’ambiente rossonero. La vittoria con il Monterosi del 23 dicembre scorso non spegne la delusione del popolo rossonero che si attende, alla ripresa del campionato e ad inizio anno nuovo, di non dover ingoiare ulteriori bocconi amari. Quattro gare a porte chiuse e la conferma che anche la “prima” del nuovo anno con il Taranto si giocherà in uno Zaccheria deserto. Una beffa per il popolo foggiano, per quella grande fetta di gente perbene che vive la realtà della propria città, per coloro che a scatola chiusa hanno dato fiducia alla Società sottoscrivendo un abbonamento per la stagione calcistica in corso. Ancora una volta una città intera penalizzata per gesti sconsiderati di un esiguo numero di persone che rappresentano la parte negativa del nostro territorio. E poi il Presidente Nicola Canonico che annuncia il disimpegno al termine della prossima stagione. Nel frattempo salta la trattativa con il gruppo di imprenditori rappresentati dal commercialista cerignolano Francesco De Cosmo. Il futuro societario, a tinte fosche, e all’orizzonte l’assenza della classe imprenditoriale del nostro territorio sorda alle vicende pallonare della squadra della città. Il resto è storia recente e l’anno che verrà diventa una vera e propria incognita…