Ci si può permettere oggi di vincere segnando solo un goal in più?
Purtroppo no: non si può giocare come faceva il Foggia dei miracoli quasi 30 anni fa. Il calcio degli anni ’90, poco attento alla tattica e molto attento alle singole individualità, non è quello degli anni ’20 del 2000, dove anche la corazzata più imbattibile è costretta spesso a difendersi, trasformando gli attaccanti in primi difensori. Se il boemo per caso leggesse queste righe di sicuro esclamerebbe:” Follia pura!”. E come biasimarlo, considerando che il suo credo calcistico di una vita intera non è mai cambiato di una virgola, e si è sempre basato sul mettere alle corde i rivali piuttosto che sul provare a contenerli. La squadra che più di tutte ha recepito e messo in pratica le sue idee è stata quella del Foggia. Non un Foggia qualsiasi ma, appunto, quello dei miracoli. Ve lo ricordate? Stiamo parlando dei rossoneri dell’inizio degli anni ’90, che scendevano in campo con un “4-3-3 spumeggiante” e che avevano quali terminali offensivi tre bocche da fuoco come Baiano, Signori e Rambaudi. Uno spettacolo, non solo loro ovviamente ma anche il calcio offerto al grande pubblico grazie anche al contributo di fondamentali “gregari” tra cui Fresi, Padalino, Barone e Petrescu. Il Foggia zemaniano di allora era in grado di combinare insieme qualità e quantità, creando così un mix vincente. Tale mix vincente ha portato alla conquista del torneo cadetto stagione 1990-1991, a tre salvezze in Serie A e a un nono posto con tanto di secondo miglior attacco del campionato alle spalle del Milan Campione d’Italia. Niente male quel super Foggia, che venne successivamente ribattezzato Zemanlandia, essendo un parco divertimenti per i calciatori rossoneri che giocavano a calcio per il solo piacere di farlo.
L’importante era bucare la rete e stupire
Ormai sono passati quasi 30 anni da quando l’Italia del pallone si emozionò per la prima volta alla vista del Foggia di Zeman. Obiettivo che nemmeno il City di Guardiola di oggi potrebbe mai porsi, perché in Premier League guai ad abbassare la guardia, cosa che i rossoneri del boemo a quel tempo facevano spesso e volentieri perché l’unica cosa che contava era armare Signori là davanti. E pazienza per una rete subìta se poi si vinceva 2 a 1 come in occasione di Fiorentina-Foggia, e pazienza pure se si perdeva 5 a 2 come in occasione di Lazio-Foggia, perché l’importante in fondo è sempre stato bucare la rete e stupire. Che anni stupendi quelli con protagonisti i pugliesi, totalmente diversi da quelli odierni, dove un’ala che non rientra è un’ala che si accomoda in panchina tutto l’anno! Stupendi non solo per quella pazza idea di calcio zemaniana resa possibile grazie agli sforzi dei vari Rambaudi, Padalino e Barone, ma anche per il semplice ma non trascurabile fatto che nel 1991 lo stadio era sempre pieno e festante. Probabilmente lo sarebbe anche oggi se esistesse ancora quel Foggia, che farebbe parlare di sé anche all’estero considerando che il mondo odierno è più piccolo che mai. Lo ammettiamo, forse in questo articolo ci stiamo lasciando un po’ troppo andare, ma capiteci se potete: quando di mezzo ci sono i rossoneri facciamo fatica a contenerci, se poi “ci tocca” parlare di quei rossoneri che segnavano valanghe di goal quasi quanto i club più blasonati…
Zeman ci riprova ancora una volta!
Se il Foggia dei miracoli non esiste più, Zeman oltre a esistere ancora ha deciso che per andare in pensione c’è tempo. Dopo oltre 40 anni di vita vissuta in panchina, il boemo è pronto per una nuova avventura – perché senza allenare ovviamente non sa stare – e indovinate un po’ quale squadra ha scelto di tornare a guidare? Esatto, il Foggia: Zeman sabato 26 giugno ha siglato un contratto di un anno che lo legherà ancora una volta ai pugliesi. E con questa siamo a 4, per ben 4 volte l’ex condottiero di Lazio e Roma dirigerà i colori rossoneri. Stavolta non ci aspettiamo miracoli, ma almeno di rifarci gli occhi ogni tanto sì, perché con il boemo si può e noi da tifosi storici del club ne sappiamo qualcosa!