Foggia, cronaca di un pomeriggio triste

Uno stadio trasformato in una cattedrale a cielo aperto, una città intera che si è raccolta intorno al dolore di tre famiglie che hanno perduto i propri figli nel terribile incidente stradale di domenica scorsa, e i tanti giovani presenti che idealmente si sono stretti in un abbraccio alle tre giovani vittime. Il duro monito dell’arcivescovo Giorgio Ferretti che parla della morte dei tre ragazzi come di un duro schiaffo sul volto di chi è più giovane. La morte come compimento finale di un percorso di vita che si tende a fuggire ma che è lì dietro l’angolo ad attendere tutti gli esseri umani. Il Presidente Nicola Canonico che, rappresentando i sentimenti della grande famiglia del Calcio Foggia, dai dirigenti allo staff tecnico, al gruppo squadra e ai dipendenti, ha voluto far sentire la propria commossa vicinanza ai familiari parenti ed amici di Samuel, Michele e Gaetano in un momento così difficile e drammatico. Questa l’istantanea del triste pomeriggio vissuto allo Zaccheria nella giornata di ieri durante il rito funebre che ha riportato alla mente altri drammatici accadimenti che in passato hanno messo in ginocchio una città e i suoi abitanti per la perdita di altri concittadini periti in sciagure diverse. Una città che ha voglia di rialzarsi anche stavolta e che non si vuole arrendere difronte alle avversità che la vita propone giornalmente. Lo stesso invito partito dalla curva, dagli ultrà che hanno voluto rendere omaggio ai tre sfortunati giovani tifosi con la morte nel cuore davanti a quelle tre bare bianche. Uno scenario drammatico in un clima surreale tra la sofferenza, che si è toccata con mano, e la promessa che i tre giovani tifosi continueranno a vivere e a cantare insieme a loro.