Foggia calcio, note a margine di una stagione indecifrabile!

L’onda lunga di un comune pensiero. Meglio così! Per noi, no! Era preferibile uscire di scena vincendo, dando anima alla voce dei 500 giunti al Bonolis. Nulla di più. Andava tributato almeno l’onore delle armi a un nugolo di ragazzi delusi, a volte pure infuriati, ma sempre depositari dell’unico verbo in purezza del football moderno, quello della passione per i colori sociali.

E invece – parere esclusivamente personale – si è chiuso in maniera non troppo “dignitosa” un campionato che doveva essere quantomeno “dignitoso”. Il repentino “rompete le righe” deciso in via Gioberti, un po’ anomalo considerati i tempi biblici che passeranno prima di ricominciare l’attività agonistica, rientra in un percorso full-Hybrid, a risparmio energetico… di illusioni e obiettivi.

Ripercorrere le tappe della stagione è operazione vagamente masochista, per questo ci limitiamo a ricordare quella che – secondo noi – è stata la «madre» di tutti gli errori, ovvero l’aver insistito proditoriamente in estate su ricorsi che non avevano alcuna possibilità di essere accolti (ricordiamo che secondo il parere di illustri giuristi il Foggia non aveva chance neppure se il Lecco fosse stato estromesso, perché la «B» sarebbe toccata comunque al Perugia!) sino a provare addirittura a “ribaltare” la sentenza del Consiglio di Stato di fronte al medesimo Consiglio, con possibilità di revisione pari a zero! Sarebbe stato – ammettiamo che il “senno di poi” può sembrare oggi un facile escamotage dialettico ma è cosa che noi sosteniamo da tempo in voce o per iscritto – più opportuno dar vita alla rivoluzione (poi realizzata a gennaio per necessità di sopravvivenza) già a luglio mettendo a disposizione del tecnico una rosa rinnovata nello spirito e nella voglia, senza le scorie tossiche di un sogno infranto a un passo dal traguardo. Il Bari, per impicciarsi di cose d’altri, ha probabilmente compiuto lo stesso sbaglio confermando quasi in toto staff e giocatori che erano arrivati a un minuto dalla serie A e che ora si ritrova a un “filo” dalla Lega Pro!

Il resto delle vicissitudini rossonere è scritto nelle pieghe nascoste di un torneo indecifrabile, con poca trasparenza nei rapporti di spogliatoio, cambi di tecnico, ritorni quasi obbligati (non crediamo che in società fossero così convinti del Cudini bis, tanto per essere chiari!) e una salvezza – minimo sindacale ma a un certo punto non scontata per cui va detto comunque grazie a quanti hanno contribuito a ottenerla – giunta dopo settimane di paura. Il Foggia ha alzato bandiera bianca quando Millico è uscito con la Casertana. “Apagou-se a luz”, si è spenta la luce! Senza il “golden boy” dal talento sincero, è calato il sipario sul teatro delle ambizioni. Audace e Monterosi hanno appena certificato l’esaurimento di velleità e aspirazioni.

Il futuro resta un’incognita. Il movimento attorno alla società è magmatico. Il patron ha espresso di nuovo la volontà di lasciare. Ma restano da fare i conti con “due diligence” e documenti da analizzare. Si attendono nuovi sviluppi. Si torna a parlare di economia aziendale dopo aver percorso per mesi le strade impervie della giurisprudenza (su cui hanno pontificato pure coloro che non hanno mai aperto nemmeno la prima pagina del manuale di Diritto Privato). Torneremo a occuparci della legge della domanda e dell’offerta, di valori patrimoniali, di quote e azioni, della Corporate e di equilibri tecnico-finanziari. Canonico, i fondi americani… gli imprenditori locali o quelli appena confinanti: il Foggia sfoglia la margherita. “M’ama, non m’ama”, come ai tempi delle giovanili passioni!

Intanto il mio amico Pasquale è tornato a casa sollevato. È stata un’annata faticosa. La moglie lo ha sopportato con pazienza, attivando la “modalità rassegnazione” durante i suoi frequenti cambi d’umore. Lui sta lì e scruta l’orizzonte. Riflette e non si fa troppe illusioni. Credere e sperare. È nel corredo genetico di ogni satanello. Per questo è diverso. La sciarpa rossonera è ora nel cassetto. Riposta con cura. Si riposa pure lei. Per qualche settimana. Poi si ricomincia. Al cuore non si comanda. È la magia del calcio, declinato in tutte le lingue del mondo: football, futból, futebol, fußball, voetbal, soccer e via cantando…