Impazzano da qualche giorno, rimbalzando da un giornale all’altro, le parole di Antonio Cassano circa il suo ex compagno di squadra e amico Francesco Totti, definito tutt’altro che indimenticabile in quella carovana di pressappochismo sportivo che è la Bobo Tv.
Ideata da Christian Vieri, ricordato tutt’al più per meriti extrasportivi, la trasmissione ha messo insieme una serie di calciatori in pensione che, legittimamente insoddisfatti della propria vita agonistica, stanno tentando di reinventarsi come opinionisti del quarto d’ora, integralisti di un fantomatico calcio del nuovo millennio, che tra una battuta di cattivo gusto e l’altra partoriscono anche affermazioni del genere:
“Totti non è eterno come Messi o Maradona, e De Rossi è molto più romanista di lui. Tra vent’anni sarà dimenticato”.
Ora, al di là del vaneggiamento farneticante di Fantantonio, ormai del tutto immedesimatosi nel ruolo di opinionista pret-à-porter dei peggiori salotti televisivi in circolazione, la questione in sé riguarderebbe piuttosto da lontano il mondo Foggia, se non fosse che nell’alterco si è inserito, col suo solito sarcasmo, Zdenek Zeman, che ha ribattuto così alle parole del barese:
“Cassano si sbaglia, Totti resterà per sempre il simbolo della Roma. Di lui invece si ricorderanno al massimo a Bari”.
Pizzicato da Striscia, poi, l’ex doriano non le ha mandate a dire neppure all’allenatore rossonero e, anziché accettare in silenzio l’ennesimo riconoscimento all’inadeguatezza delle sue uscite, ha risposto:
“Parla pure lui adesso, si è svegliato dall’oltretomba. In Italia ci sono troppi leccaculo”.
Una bagarre infantile, dunque, dalla quale Zeman si è sottratto subito, evitando di controbattere ancora e dribblando sagacemente le imbeccate dei giornalisti, ansiosi di tornare sull’argomento.
Lungi dal voler difendere aprioristicamente un maestro della comunicazione come Zeman, la riflessione va posta piuttosto sul livello culturale infimo che ha raggiunto il dibattito sportivo italiano. Nel momento in cui si dà voce in capitolo, e soprattutto una così grande risonanza mediatica, ad un personaggio come Antonio Cassano, si rischia seriamente di inabissarsi in discorsi che meriterebbero, loro sì, l’oblio.
Del Cassano calciatore, a dirla tutta, c’è davvero poco da ricordare. Eccezion fatta per qualche sporadica illuminazione (solo sportiva ovviamente), il nulla. Farebbe bene a ricordarlo ogni qual volta gli sovviene di mettere in discussione la figura e il talento di chi, come Zeman e Totti, del calcio ne ha scritto la storia.