Come si reinventa il Foggia: dubbi e certezze del tecnico rossonero

Foto: Federico Antonellis

Sono 13 i calciatori attualmente indisponibili in casa Foggia. Dai 19 positivi del periodo pasquale, il numero è scemato prima a 14 e, nella giornata di ieri, un altro atleta, precedentemente positivo al virus, è risultato negativo al tampone molecolare ed è stato reintegrato nel gruppo squadra. I dubbi, a questo punto, per il tecnico rossonero Marco Marchionni sono molteplici e di complessa risoluzione.

Fino a questo momento il Foggia ha sempre schierato una solida difesa a tre, quinta in campionato per numero di gol subiti, in cui si sono pregevolmente alternati i centrali Gavazzi, Anelli, Germinio e Galeotafiore e, all’occorrenza, gli esterni bassi Di Jenno, Agostinone e Del Prete. A reggere le fila del centrocampo, in più di un’occasione, sono stati i navigati Salvi e Rocca, accompagnati, soprattutto nell’ultimo periodo, dall’exploit del giovanissimo Morrone. In avanti, neanche a dirlo, ci ha pensato quasi sempre il numero dieci, Alessio Curcio, capocannoniere della formazione rossonera con 11 reti, a togliere le castagne dal fuoco per la squadra di Marchionni, sostenuto, il più delle volte, dal compagno di reparto D’Andrea, che ha infilato cinque volte i portieri avversari nel corso della stagione.

Al netto di queste certezze, il mister si trova adesso a fare i conti con l’avversario che più di tutti ha impensierito il Foggia fino a questo momento: il Covid-19. Orfano di buona parte della propria compagine, il tecnico rossonero è chiamato a reinventarsi da zero, o quasi, lo schieramento che affronterà il Palermo, reduce dalla cocente sconfitta esterna rimediata nel finale della gara di Monopoli. Impossibile, in una situazione del genere, abbozzare un ipotetico undici titolare e ancora più complesso diventa immaginare il modulo tattico.

Quel che è certo è che, a salvezza ormai acquisita, il crocevia di Palermo diventa uno snodo fondamentale per il prosieguo della stagione rossonera. A maggior ragione ora che c’è da sopperire ad una condizione che non può e non deve affatto diventare un alibi. I ragazzi di Marchionni questo lo sanno bene, così come sono consapevoli del fatto che le prossime cinque partite, da disputare nell’arco di appena tre settimane, possono rappresentare a tutti gli effetti il discrimine decisivo di questo singolare campionato.