CdS – Questo è il giorno: il Foggia ci spera

Ecco quanto riportato in data odierna sulle colonne regionali del Corriere dello Sport.

E’ il giorno del giudizio, il Foggia si sta preparando da settimane ad entrare nell’arena del Consiglio di Stato. Il momento tanto atteso è arrivato. Oggi pomeriggio (o al massimo domani, dipende dai tempi che si prenderà la corte) sapremo se la serie B è una chimera, oppure adesso c’è anche il club rossonero tra le pretendenti. La sentenza dovrà stabilire se il Lecco, neo-promosso tra i cadetti ma opportunamente fermato in attesa dei verdetti, ha diritto di disputare il secondo campionato nazionale oppure dovrà fare un ruzzolone all’indietro, scomparire dalla gerarchia del calcio (non è contemplata la retrocessione in C, né in altra categoria con più infima) per aver bellamente ignorato il regolamento sulle infrastrutture sportive che obbliga le società in odore di promozione a indicare per tempo alla Lega di serie B in quale stadio giocherà le prossime partite. E il Lecco aveva un grosso problema in tal senso, il “Rigamonti-Ceppi” non era omologato per la B. Bisognava indicare uno stadio alternativo fin dal 1° giugno, il Lecco lo farà tre giorni dopo il 18 giugno quando ormai aveva vinto la doppia finale playoff contro il Foggia.

I MOTIVI. Gli avvocati del club pugliese, Fabrizio Lofoco e Giacomo Sgobba, fondano il ricorso del club di Canonico sulla inosservata perentorietà dei termini sportivi, sul mancato rispetto del regolamento federale che non può essere violato a proprio piacimento, una sorta di regola aurea nell’universo sportivo federale che non si capisce come mai sia stata già disattesa dal consiglio federale e dal Tar del Lazio che hanno avallato la posizione del club lombardo (“ai nostri fini è sufficiente considerare il fatto – sostanzialmente incontestato – che gli adempimenti necessari sono stati posti in essere dal Lecco”, così il Tar del Lazio nelle motivazioni della sentenza). Era stato il Collegio di Garanzia, la “Cassazione” del Coni, a riportare tutti con i piedi per terra, precisando che i termini per la presentazione della domanda erano scaduti quando il Lecco comunicò agli organi federali la sede del campo di gioco in B, lo stadio Euganeo di Padova, ma con ben tre giorni di ritardo rispetto alla scadenza dei termini. E’ una battaglia di principio, d’accordo, ma non si capisce perchè questa volta si dovrebbe fare diversamente. Il Foggia confida di avere le sue carte da giocare, si vocifera di interessi politici in gioco e osservatori sostengono che la stessa credibilità della Figc verrebbe meno in caso di giudizio favorevole al Foggia e al Perugia che porta avanti la stessa tesi dei Satanelli. E’ una battaglia difficile, forse dal pronostico scontato. Ma sarà curioso conoscere con quali motivazioni si potrà chiudere la partita.