Ecco quanto riportato in data odierna sulle colonne regionali del Corriere dello Sport.
La B sfumata «al 95%» (non escluso l’ennesimo ricorso), ma la vera notizia è che Canonico si è rimesso in moto e vuole rilanciare la scommessa. «Faremo un campionato dignitoso», ha detto ieri il presidente del Foggia tornato in sala stampa dopo quasi due mesi (11 luglio) quando annunciò che alla fine dei ricorsi avrebbe annunciato le dimissioni. Nulla più di tutto questo, Canonico sostiene di non voler rinnegare nulla di quanto dichiarato, ma nei fatti è una retromarcia anche se i tifosi non aspettavano di sentire altro. La riconversione deriverebbe da un paio di considerazioni che poi sono quelle che in questi mesi ha fatto la piazza allidea di cosa sarebbe stato di una squadra lasciata dal suo unico azionista (che avrebbe comunque assicurato la gestione) all’inizio di un campionato? Varie pertanto le ragioni che spingerebbero Canonico a restare al suo posto: «Il contenzioso (con l’ex socia Pintus, ndr) è ancora in piedi, devo capire in questo momento se sia utile ai fini di un buon esito della vicenda mettersi da parte, oppure restare al proprio posto. Se non si seguono da vicino certe faccende si rischia di peggiorare le cose». Ma il contenzioso con Pintus sembra solo il pretesto per riprendere il discorso: «Dopo la sentenza del consiglio di Stato e in attesa che gli avvocati valutino il da farsi non possiamo più derogare al mercato e che la squadra debba essere finita. Le analisi poi le faremo, ma ora dobbiamo accelerare».
LE ULTIME. Canonico intende anche riaprire i termini della campagna abbonamenti e riallacciare i contatti con gli sponsor che si erano visti socchiudere la porta in faccia un mese fa, sulla scorta di accordi chiusi con la fine dell’ultimo campionato. Il cruccio di Canonico resta la critica social, il presidente una volta tanto non punta il dito contro i giornalisti e se la prende con il popolo del web («pochissimi, per fortuna», precisa) che a volte va sopra le righe con le provocazioni. Per la B, la valutazione toccherà agli avvocati Fabrizio Lofoco e Giacomo Sgobba: «La causa è chiusa al Consiglio di Stato – chiarisce Lofoco – dobbiamo ancora studiare se e come riaprirla. Esiste uno strumentario che se vedessimo spazi per poterli utilizzare lo faremmo. Non esiste un terzo grado, il nostro cliente si attende una disamina più approfondita e dovremo capire in quale misura questa sentenza non soddisfa. Manca qualcosa nella sentenza del Consiglio di Stato, su 10 eccezioni solo tre risposte. C’è qualcosa che non quadra – ha aggiunto Sgobba – la Reggina è fuori dai giochi per non aver rispettato i termini perentori, nel caso del Lecco i termini lo sono, ma valicabili».