Cinque reti all’attivo negli ultimi centottanta minuti di campionato e il Foggia è tornato a prendere confidenza con il gol che, nel corso di questa stagione, è stato uno dei punti deboli della formazione di Cudini. Alla vigilia dei derby con Monopoli e Brindisi il Foggia era il penultimo attacco del campionato e aveva fatto meglio solo dell’attuale fanalino di coda che, dopo la sconfitta con i rossoneri, ha riaffidato la panchina a Ciro Danucci. Rossoneri che, al termine delle ultime due sfide, hanno portato a ventisei le realizzazioni e non è un caso che il reparto avanzato si sia svegliato dall’arrivo in rossonero di Emanuele Santaniello che, con tre reti nelle cinque gare giocate dal suo arrivo in rossonero, ha mostrato non solo di essere un attaccante di categoria ma anche il terminale offensivo che mancava all’organico a disposizione di Mirko Cudini. Il trentaquattrenne bomber napoletano, che nelle movenze ricorda a tratti Pietro Iemmello, si dà un gran da fare in campo, si fa trovare sempre pronto in area di rigore ma lavora anche al servizio dei compagni di squadra. Santaniello che, nelle ultime due uscite, ha avuto il merito non solo di essere cinico e implacabile negli ultimi sedici metri ma dai suoi piedi sono nate almeno tre delle cinque reti che hanno fruttato il bottino pieno dei sei punti nei due derby. Non a caso proprio a Brindisi Santaniello non solo si è fatto trovare pronto all’appuntamento con il gol, su assist delizioso di Millico, ma ha confezionato la palla del raddoppio di Salines, dopo aver puntato la porta avversaria, e nelle occasioni capitate sui piedi di Schenetti e Tenkorang l’ex attaccante del Monopoli ha partecipato alla fase di preparazione delle azioni. Un attaccante completo che non si vedeva da un po’ a Foggia che, per questa categoria, rappresenta un valore aggiunto e che ben si sta integrando nel nuovo modulo attuato dal tecnico marchigiano. Reparto di attacco che ha cambiato completamente volto e che con Millico, Rolando, Gagliano e la conferma di Tonin ha sicuramente migliorato la fase realizzativa traducendo in gol pesante la mole di lavoro prodotta nell’arco dei novanta minuti.