Al Menti di Castellammare di Stabia va in scena la sfida tra la capolista Juve Stabia, vera sorpresa di queste prime tredici giornate di Campionato, e il Foggia alla ricerca della identità perduta nell’ultimo mese con la formazione di Cudini che ha raccolto la miseria di due punti nelle ultime quattro gare di campionato oltre ad aver abbandonato anzitempo la Coppa Italia in settimana con la brutta sconfitta di Avellino. Mirko Cudini sorprende ancora una volta tutti per la formazione che ha mandato in campo con gente del calibro di Schenetti e Peralta, relegati in panchina, e la scelta di Di Noia braccetto di sinistra con il sacrificio di Salines che non figura nell’undici iniziale. Ma è un Foggia che va in campo deciso a vendere cara la pelle pur di uscire imbattuto dal “Menti” e protagonista di una gara di sacrificio, di grande umiltà e, a tratti, si è rivisto il Foggia operaio, calato nella categoria, che ha rinunciato a giocare pur di chiudere tutti i varchi alla Juve Stabia che, nei primi quarantacinque minuti della contesa, ha fatto fatica a costruire gioco e occasioni da gol. Un primo tempo avaro di occasioni con i padroni di casa sorpresi dallo schieramento di Cudini che si affida al 3-5-2 così da completare la collezione di moduli provati nel corso di questa stagione. Satanelli troppo passivi e bassi con gli attaccanti lontani dall’area di rigore, fasce poco sfruttate con Garattoni che continua ad essere la brutta copia del calciatore che siamo stati abituati ad ammirare sul rettangolo di gioco, svogliato e spesso avulso dalla manovra, e centrocampo che dovrebbe godere della superiorità numerica ma che soffre puntualmente l’aggressività degli avversari sempre in vantaggio sulla sfera. Eppure le vespe stabiesi soprattutto nella prima frazione di gioco sono sembrate alla portata dei rossoneri che non hanno mai sfruttato a dovere la fase offensiva. Nella ripresa diverse novità di formazione tra i satanelli che perdono Di Noia e Odjer per problemi fisici e Vacca che, dopo pochi minuti, deve alzare bandiera bianca per un problema al polpaccio. Centrocampo di ragazzini con Rossi, Fiorini e Vezzoni mentre gli innesti di Salines e Schenetti sono utili per mantenere inalterati gli equilibri di una formazione destinata a soffrire per il resto del match. Ma la ripresa ha offerto un Foggia più deciso e che per ben due volte ha sfiorato il gol del vantaggio con Schenetti e Tonin al termine di due azioni ben confezionate dai rossoneri che peccano però in concretezza sotto porta. Ha tenuto bene la difesa del Foggia con Riccardi, sempre attento, e Carillo a cui si possono imputare appena un paio di sbavature nella parte finale del match. A centrocampo note di merito per Vezzoni e Rossi mentre in avanti tante recriminazioni per un reparto che soffre l’assenza di un vero uomo di area di rigore con il quale, probabilmente, in maniera cinica e opportunista, il Foggia avrebbe anche potuto portare via dalla Campania l’intera posta in palio. Eppure in panchina questa sera Cudini aveva un certo Peralta che, ancora una volta, è stato a guardare la partita dalla panchina e al quale è stato preferito Tounkara che continua a deludere e che, a volte, è irritante per il modo in cui si muove quando viene chiamato in causa. Al novantesimo un pareggio che è una iniezione di fiducia, un punto tutto sommato meritato per i satanelli che riprendono a muovere la classifica proprio sul campo della prima della classe, che non ha impressionato più di tanto al cospetto di un Foggia arcigno, e che sono attesi da due gare consecutive interne con Messina e Latina da sfruttare al massimo se si vorrà tentare di risalire la china della classifica.
Foto Calcio Foggia 1920